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 Ridotto € 19,00  
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"LEI E' RICCA, LA SPOSO E L'AMMAZZO"
 
 

   

INCLUSO NELL'ABBONAMENTO VEN/16 - VEN/8rosso -  SAB/15 - SAB/8rosso - DOM/7

Achille Mellini produzioni

Gianfranco Iannuzzo - Debora Caprioglio

LEI E' RICCA, LA SPOSO E L'AMMAZZO

di Mario Scaletta
costumi Dora Argento
regia Patrick Rossi Gastaldi
con Gianfranco Jannuzzo, Debora Caprioglio
Antonella Piccolo, Antonio Fufaro,
Cosimo Coltraro, Claudia Bazzano

 

Divertente commedia, liberamente ispirata al celebre film del 1971, di Elaine May, con Walter Matthau, e al racconto di Jack Richtie.   

Un ricco scapolo ha scialacquato tutti i soldi lasciatigli in eredità dal padre. Arrivato alla bancarotta è costretto a farsi prestare del denaro da un mafioso, a condizioni decisamente svantaggiose, per riuscire a far innamorare di sé una donna che sia però ricca e sola. Piuttosto che passare il resto della sua vita in miseria Henry è disposto a rinunciare alla sua vita di scapolo, ma solo temporaneamente. Il suo piano, infatti, è quello di sposarla, ucciderla, ereditare e ricominciare a godersi la vita come aveva fatto fino a quel momento.

Nasce così un’anomala e divertente storia d’amore tra l’ex milionario spiantato e una ricca ma goffa ereditiera appassionata di insetti, che si potrà uccidere o amare.

Un’inedita coppia di attori in scena per regalare al pubblico novanta minuti all'insegna del buonumore!

Orazio Pignatelli è un ricco scapolo che ha scialacquato tutti i suoi soldi e il suo patrimonio. Arrivato alla bancarotta e consigliato dalla sua fedele governante Nunziatina, è costretto a farsi prestare dei soldi da un presunto mafioso Lucky Bonanno a condizioni molto svantaggiose. Per questo motivo, sempre dietro consiglio di Nunziatina, l’unica soluzione possibile è riuscire a sposare una donna ricca, con la macabra idea di ucciderla una volta rimessosi in sesto finanziariamente. Aiutato dalla sua amica Floriana, segretamente innamorata di lui, si focalizzano su Albertina: una scialba ingenua e goffa insegnante di entomologia con un ingente patrimonio, il ruolo perfetto della vittima che sta cercando. Dopo varie vicissitudini alquanto comiche, Albertina con il suo amore risveglia involontariamente in Orazio un senso di protezione e di affetto nei confronti di sua moglie, ottenendo anche il risultato di risvegliare in lei una nuova volontà di vivere.

Una spiritosa e molto comica metafora sul "farsi carico" e sull' "attivarsi". Il rapporto d'amore si genera quando Orazio, aspirante uxoricida, si fa carico della più buffa e distratta moglie riconoscendole meriti e risorse non comuni. La morale, sì buonista, ma anche realista: è difficile non imparare dagli altri.

Ne nasce così un cocktail di comicità che mi ha dato l'idea di mescolare vari climi umoristici sia della commedia all'italiana, usando prototipi come Vittorio De Sica, Tina Pica, Dolores Palumbo, sia quella americana toccando Charlie Chaplin e Mary Pickford.

Il risultato, diciamo positivo grazie anche alla disponibilità artistica del cast e in prima linea Gianfranco Jannuzzo e Debora Caprioglio, è uno spettacolo con un ritmo teatrale molto divertente e una mescolanza di stili comici del tutto accattivanti.

Patrick Rossi Gastaldi

 

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  04 dicembre 2015 ore 21,00
  05 dicembre 2015 ore 21,00
 
 
 
 
 
 
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"MINDSHOCK"
 
 
 

   

 

INCLUSO NELL'ABBONAMENTO VEN/17 - VEN/8rosso - SAB/15 - SAB/8rosso

MARCO BERRY delle IENE
MINDSHOCK

Tutto il pubblico viene coinvolto, stimolato e scioccato
con i meccanismi di comportamento della nostra mente.
Gli stimoli psicologici e la forza di attrazione,
di cui sembrano dotati i prodotti commerciali,
sono usati e spettacolarizzati in Mindshock

“Dopo oltre dieci anni di studi e ricerche, con l'aiuto di un'equipe di psicologi, neuropsichiatri, formatori e esperti di comunicazione, ho messo a punto Mindshock, che e la spettacolarizzazione di tutte le tecniche, i sistemi e le armi utilizzate dai pubblicitari, dai grandi venditori, dalle sette religiose, dai politici e dalle grandi multinazionali per condizionare una scelta.”

Attraverso una serie di esperimenti, in cui il pubblico è sempre coinvolto, Marco Berry dimostra come sia possibile ottenere dei risultati incredibili utilizzando tutte le armi della comunicazione.

Ogni più piccola e segreta debolezza è utilizzata durante questa performance per influenzare e manipolare la mente e il comportamento di chi assiste.

Un'esperienza meravigliosa, esilarante... scioccante!

 

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  06 maggio 2016 ore 21,00
  07 maggio 2016 ore 21,00
  08 maggio 2016 ore 16,00
         
 
 
 
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"LA CENA DEI CRETINI"
 
 
 
 
 

   

FUORI ABBONAMENTO

Alessandro Fornari
LA CENA DEI CRETINI
di Francis Veber
regia di Guido Ferrarini
assistente alla regia Alessandro Fornari
scene di Fabio Sottili
costumi di Renata Fiorentini
luci di Marco Manfredi
fotografo di scena Gino Rosa
organizzazione di Tiziano Tommesani

ALESSANDRO FORNARI: FRANCOIS il cretino
MARCO MANFREDI:PIERRE il padrone di casa
ALDO SASSI: CHEVAL impiegato alle imposte
VALENTINA VANDELLI: CHRISTINE sua moglie
ANDREA ZACHEO: ARCHAMBAUD reumatologo
LORENZO SPIRI: LEBLANC amico di Pierre
FEDERICA TABORI: MARLENE spasimante di Pierre

 

La commedia narra di un gruppo di amici che organizza una cena dove ognuno deve portare il più cretino che trova. Il loro imperativo è superare la monotonia e il tedio quotidiano. Per qualche ora di puro divertimento farebbero qualsiasi cosa. E in parte già la fanno. Si sono inventati un rituale tutto loro: la cena dei cretini. Pierre Brochard e i suoi fidati amici hanno escogitato un principio molto semplice, in grado di assicurargli, almeno una volta alla settimana, grasse risate liberatorie. Si tratta sostanzialmente di questo: invitare a cena un perfetto cretino, una di quelle persone idiote da beffeggiare per la strada. E c'è pure un premio in palio: lo vince chi riesce a portare l'idiota totale. Il mercoledì diventa così un appuntamento irrinunciabile. E questa volta Pierre è fuori di sé dalla gioia. Ha stanato una persona che potrebbe assicuragli il premio. Il cretino in questione si chiama Francois Pignon ed è un oscuro contabile del Ministero delle Finanze. Uno il cui unico svago è la costruzione di oggetti di ogni sorta composti esclusivamente da fiammiferi. Il campione mondiale dell'idiozia! Ma Pierre non può sapere cos'altro nasconde il cretino della serata: non può neanche immaginare che Pignon ha l'inquietante potere di attirare su di sé e su chi lo circonda le peggiori sventure... La storia in sé stessa è semplice e si rifa a un tipo di intrattenimento cui erano soliti, e probabilmente lo sono ancora, i ricchi annoiati che per sentirsi sempre superiori organizzavano delle feste o delle cene, come in questo caso, in cui ogni membro del gruppo doveva portare un qualche emarginato o soggetto particolare. In questo caso l'oggetto della cena è il "cretino", o colui che sia diverso dalla gente cosiddetta comune, sia negli atteggiamenti che nel vivere sociale.

 

 

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  01 marzo 2016 ore 21,00
 
 
          
 
 
 
                            
Prezzo unico   € 10,00
 
 
 
 
 
 
 
 
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"TRENO BLU"
 
 

   

Compagnia Gli Archi

Giorgio Cavalli, Giorgio Giusti, Simona Guidi, Gianni Marani, Bruno Medini, Gloria Pezzoli
TRENO BLU

musiche di Mr Blue Giorgio Cavalli
regia di Giorgio Giusti
con Giorgio Giusti, Simona Guidi
Gianni Marani, Bruno Medini, Gloria Pezzli
Con l’intervento di Sergio Dalla Val

 

Treno Blu, la quarta opera interpretata dalla “Compagnia Gli Archi” del lions Club Bologna Archiginnasio, è scritta e diretta da Giorgio Giusti con una trama musicale di Giorgio Cavalli, ed è dedicata a Simonetta Vinelli.
Canto della strada e dell’amore, dei blues e delle mazurche, racconta di due vicende di viaggio tanto più lontane e incomparabili, quanto più legate da rimandi sorprendenti.
La prima, ambientata negli Stati Uniti, si rifà al libro On the road, di Jack Kerouac, il manifesto della Beat Generation. Vengono inscenati scorci del viaggio coast to coast di Dean – che, come altri hipster degli anni 60, rifiuta la società ordinaria e cerca il brivido del sesso, della musica jazz, delle notti insonni sotto l’effetto dell’alcool e della benzedrina – e di Sel, lo studente e narratore del romanzo.
Al loro viaggio sulla Route 66, che attraversa l’America da Chicago a Santa Monica, si affianca il percorso in autostop, liberamente ispirato all’Ulisse di Joyce, di Mary, una giovane hippy, e dell’assicuratore Leopold Bloom. Il viaggio di Mary giunge a quel che resta dell’Alice’s Restaurant, reso famoso dall’omonimo film di Artur Penn, ispirato dal blues di Arlo Gutry, figlio del cantante e chitarrista folk Woody Gutry.
Le loro canzoni di protesta e la loro opposizione al potere si appuntano sulla guerra del Vietnam, che in Treno Blu viene vissuta attraverso la lacerante vicenda di Arianne, con le lentigini in viso, e di Ulysses, con le croste sulle ginocchia, la cui amicizia, nata nell’infanzia nel paesino californiano di Sausalito, verrà schiantata da un colpo di mortaio nella giungla.
Ma il viaggio di Dean non finisce…
Queste vicende americane s’intrecciano e si contrappuntano con le storie ambientate sulla via Emilia e dintorni. Protagonista è Rudina, che vive a Bentivoglio con il marito Tonino, e la figlia Lucilla, mentre in Italia si affaccia il boom economico. Il loro viaggio va da Bentivoglio a Cervia, per fare le sabbiature a Tonino, ma la loro via Emilia non è meno avventurosa della route 66, presa com’è tra la puzza degli stabilimenti del gas e il vento che fa sempre volar via il cappellino. Non mancano il parroco furbone e l’inquietante cieco con la fisarmonica…
Come controcanto a Rudina e Tonino, un’altra coppia, che ha reso celebre la strada, quella di Gelsomina e Zampanò, appunto nel film La Strada di Fellini, inscena il suo sodalizio turbolento, che finisce in tragedia. Ma intanto, Lucilla ci ricorda che, ancora una volta, al baladur quella sera “l’orchestra avrebbe salutato l’estate. Lo avrebbe fatto con valzer e swing”. E Lucilla non aspetta altro!
Accompagnati dall’Autore, che sulla scena scrive questa pièce mentre essa si svolge e da Mister Blu con la sua chitarra impareggiabile, questi scampoli di storie che si combinano e s’intrecciano, senza unificarsi, non sono frammenti o schegge di un passato infranto, ma metafore e fantasie che ci aprono sentieri e percorsi attuali, cioè in divenire e in avvenire.
E questa è una chiave di lettura del testo, ma potremmo trovarne tante altre…
 

 

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 QUANDO  PREZZI  ACQUISTA ONLINE
  13 gennaio 2016 ore 21,00
           
          
 
                       
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"LA LOCANDIERA"
Prevendita presso il Teatro Dehon
dalle ore 15 alle ore19
dal martedì al sabato.

   

FUORI ABBONAMENTO 

Compagnia Alfa Prosa
LA LOCANDIERA
di Carlo Goldoni
regia di Augusto Grilli

 

Scritta da Goldoni nel 1752, "La locandiera", è definita la struttura drammaturgica più salda mai ideata dall’autore, ed anche il punto culminante di riflessione sul Mondo e sul rapporto dell’autore con il Teatro. Gli spunti di novità della commedia sono innumerevoli: la creazione di un particolare tipo di figura femminile borghese socialmente ascendente che sostituisce una figura maschile ormai in declino (Pantalone) e che diventa un vero leader sociale, in perfetta rispondenza con le istanze illuministiche del tempo; il declino irrimediabile della nobiltà, sia quella di lignaggio (il Marchese) che quella acquisita con la ricchezza (il Conte); declino che è superbamente rappresentato nella commedia e che la intride di un clima di pesante decadenza senza mai perdere di vista il lato comico dei personaggi; l’esaltazione dell’uso lucido e spietato dell’intelligenza come mezzo di affermazione sociale; il contrasto tra "passione" e "finzione" usata da Mirandolina non come strumento per apparire ciò che non si è , ma come solo codice di vita possibile, perché è l’unico che le permetta di esercitare una supremazia su individui altrimenti qualificati a collocarsi gerarchicamente sopra di lei. Il nostro allestimento tende ad evidenziare proprio quest’atmosfera di "decadenza" del vecchio e di "passaggio" ad un nuovo status sociale, esasperando in modo tragicomico le tensioni emotive tra i personaggi che sono tutti esaltati dal rapporto di fitta reciprocità con la protagonista, creando così un gioco di "comprimari" in cui tutti i caratteri coesistono e prendono luce diversa per "la varietà delle circostanze" senza mai creare scompensi in questo perfetto gioco teatrale. Se il Marchese di Forlimpopoli si scontra con il suo alter ego che è nel Conte d’Albafiorita, Mirandolina trova nel suo opposto-uguale del Cavaliere di Ripafratta quegli elementi di sfida alla base di tutta la commedia. Non ne sono esentati Frabizio, giovane servitore di locanda e promesso sposo di Mirandolina, né le commedianti dipinte come uno splendido spaccato di quella Commedia Antica che Goldoni ha così mirabilmente cambiato. Lo spettacolo si presenta come un grande duello, sentimentale, sociale, culturale tutto teso ad esaltare comicamente le differenze e i punti di vista dei suoi protagonisti.
La Locandiera capolavoro di limpidezza e misura formale mette in scena un personaggio, Mirandolina, che esprime perfettamente l’intelligenza l’autonomia e la consapevolezza della donna del Settecento; personaggio-simbolo di un’intera civiltà, oltre che espressione di una teatralità che ha cambiato la storia della drammaturgia e dello spettacolo

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Sito ufficiale del Teatro Dehon di Bologna

Centro Culturale Teatroaperto a R. L. – Teatro Dehon - Teatro Stabile dell’Emilia-Romagna
Biglietteria e uffici 051.342934 , Via Libia 59 - biglietteria@teatrodehon.it
Orari Uffici: Dal lunedì al venerdì | ore 9-13 e 15-18
Biglietteria: Dal martedì al sabato | ore 15-19