Informazioni per le compagnie ospiti

Teatro Dehon, Via Libia, 59 - 40138 Bologna Info. 051.342934 - 347/5737776

Indicazioni per arrivare allo scarico del Teatro Dehon di Bologna, con mezzi pesanti:

Uscire dalla tangenziale di Bologna all'uscita n° 11 o 11 bis San Vitale in direzione centro. Per raggiungere il Teatro Dehon continuare per via Massarenti fino a via Libia (prima dell’ospedale S. Orsola). Girare a destra e percorrere via Libia fino al n. 59. A destra, sotto la grande chiesa del Suffragio, c’è l’ingresso del teatro e lo scarico dei materiali.

- Scheda tecnica e planimetria

- DUVR - Nota informativa rischi Teatro Dehon

Alberghi Convenzionati

 

DEBUTTO: 2 OTTOBRE 2003 - TEATRO DEHON - BOLOGNA

TEATROAPERTO/TEATRO DEHON
Teatro Stabile dell’Emilia-Romagna

LA CENA DEI CRETINI

di Francis Veber

regia di Guido Ferrarini

assistente alla regia Alessandro Fornari
scene di Fabio Sottili
costumi di Renata Fiorentini
luci di Marco Manfredi
fotografo di scena Gino Rosa
organizzazione Tiziano Tommesani

con
ALESSANDRO FORNARI:   FRANCOIS PIGNON il cretino
MARCO MANFREDI:  PIERRE  il padrone di casa
ALDO SASSI:    CHEVAL impiegato alle imposte
SANDRA CAVALLINI:   MARLENE spasimante di Pierre
ELISA DUCA:   CHRISTINE  sua moglie
ANDREA ZACHEO:   ARCHAMBAUD reumatologo
LORENZO SPIRI:   LEBLANC amico di Pierre

 

La commedia narra di un gruppo di amici che organizza una cena dove ognuno deve portare il più cretino che trova. Il loro imperativo è superare la monotonia e il tedio quotidiano. Per qualche ora di puro divertimento farebbero qualsiasi cosa. E in parte già la fanno. Si sono inventati un rituale tutto loro: la cena dei cretini. Pierre Brochard e i suoi fidati amici hanno escogitato un principio molto semplice, in grado di assicurargli, almeno una volta alla settimana, grasse risate liberatorie. Si tratta sostanzialmente di questo: invitare a cena un perfetto cretino, una di quelle persone idiote da beffeggiare per la strada. E c'è pure un premio in palio: lo vince chi riesce a portare l'idiota totale. Il mercoledì diventa così un appuntamento irrinunciabile. E questa volta Pierre è fuori di sé dalla gioia. Ha stanato una persona che potrebbe assicuragli il premio. Il cretino in questione si chiama Francois Pignon ed è un oscuro contabile del Ministero delle Finanze. Uno il cui unico svago è la costruzione di oggetti di ogni sorta composti esclusivamente da fiammiferi. Il campione mondiale dell'idiozia! Ma Pierre non può sapere cos'altro nasconde il cretino della serata: non può neanche immaginare che Pignon ha l'inquietante potere di attirare su di sé e su chi lo circonda le peggiori sventure... La storia in sé stessa è semplice e si rifa a un tipo di intrattenimento cui erano soliti, e probabilmente lo sono ancora, i ricchi annoiati che per sentirsi sempre superiori organizzavano delle feste o delle cene, come in questo caso, in cui ogni membro del gruppo doveva portare un qualche emarginato o soggetto particolare. In questo caso l'oggetto della cena è il "cretino", o colui che sia diverso dalla gente cosiddetta comune, sia negli atteggiamenti che nel vivere sociale.

Dei parigini "bene" organizzano "cene" settimanali dove ognuno di loro si fa accompagnare da un idiota scelto accuratamente, alle cui spalle si trascorrerà una divertente quanto amabile serata.

Essere o apparire?

Parafrasando Flaiano è certo vero che la mamma dei cretini è sempre incinta... e allora perché non rendere una cena esilarante, divertendosi con uno di questi signori? Sarà così utile almeno a qualcosa, illudendosi di potersi Ma non è così in questa commedia gustosa ed elegante. Il signor François Pignon, funzionario del ministero delle finanze che ha come hobby costruire modellini con i fiammiferi, è sopra ogni cosa, un guastafeste, un menagramo, a tal punto che riesce a ribaltare la situazione passando, per così dire, da vittima a carnefice, creando una serie di problemi al suo potenziale anfitrione, giungendo a mettergli in crisi il matrimonio in un crescendo di gaffes, gags e malintesi veramente divertenti.

Il regista riesce con eleganza ed ironia a costruire un film divertente, malinconico e crudele allo stesso tempo, coadiuvato dall'impeccabilità degli interpreti, rendendolo veramente godibile e facendoci ridere e sorridere intelligentemente, come non capitava da tempo.

La cena dei cretini è un meccanismo ad alta gradazione di perfidia. Francis Veber, ossia l'autoreferenzialismo al lavoro, è dai tempi dell'infausto La capra che s'interessa alla funzione destabilizzante del cretino nella società occidentale. Sull'argomento l'economista Carlo Maria Cipolla, in Leggi fondamentali della stupidità umana (edito da Il Mulino), ha scritto: "lo stupido non sa di essere stupido.

Ciò contribuisce potentemente a dare maggior forza, incidenza ed efficacia alla sua azione devastatrice. Lo stupido non è inibito da quel sentimento che gli angloamericani chiamano self-consciousness.. Col sorriso sulle labbra, come se compisse la cosa più naturale del mondo, lo stupido comparirà improvvisamente a scatafasciare i tuoi piani, distruggere la tua pace, complicarti la vita e il lavoro, farti perdere il denaro, tempo, buonumore, appetito, produttività e tutto questo senza malizia, senza rimorso e senza ragione. Stupidamente". Eppure Veber che non è certo cretino, sa mediare cadute di gusto che possono intaccare il découpage come le corna coniugali. Una regia la sua certo fondata sul paradosso: suggerisce azioni che rimangono inespresse. La cena dei cretini allegorizza infatti la mancanza. Questa si ritorce contro chi la concepisce come il boomerang, per centrare il cretino che l'ha lanciato. E il primo a farne le spese è l'editore. Tenuto prigioniero come il cretino Pignon dall'unità aristotelica di luogo, che poggia sulla sua casa appariscente, è un cinico cacciatore di idioti che si ritrova immobilizzato da un incidente, e dunque non può partecipare fisicamente al feroce convivio. Un carnefice che oltre a subire la mancanza del rito borghese, deve espiare le colpe affidando interamente la vita sentimentale alla sua vittima.

Questo è definito ad un certo punto dall'antagonista "il vendicatore di tutti i cretini del mondo". Della cena vera (non il pasto frugale consumato dall'ispettore del fisco) viene mostrato solo l'antefatto, quando il patito dei boomerang stressa i commensali in procinto di sedersi a tavola. Certo rispetto alle cene mancate de’ Il fascino discreto della borghesia è sicuramente un surplus aggiuntivo. Eppoi è consumata fuori campo, perché un altro correlativo sintattico della manchevolezza è l'ellissi. La negazione si impone così definitivamente: il non- ritorno della compagna di Pierre per la logorrea di Pignon. Il non-adulterio della donna, che sottende quello reale della moglie dell'ispettore con un gioco delle apparenze come vuole ogni pochade coi fiocchi. Oppure le false intimidazioni lanciate al telefono per interposta persona da Pignon, che minaccia gli amanti di un'imminente spedizione punitiva ai loro danni. Tutte situazioni sussurrate che fanno di questo teatro dell'assurdo, uno scontro esteriorizzato rifratto nella crisi occidentale dei valori.

La cena dei cretini non fa mistero delle proprie origini: l'unità di luogo (l'appartamento di Brochard come spazio quasi esclusivo della vicenda) e l'unità di tempo (tutto in una serata) sono sostanzialmente rispettate. Nel meccanismo narrativo orchestrato da Veber v'è qualcosa - la costruzione incalzante ed "esatta" dell'intreccio, il tono brioso e felicemente ironico, la malizia dei dialoghi - che può anche ricordare la tradizione vaudeville (è stato fatto, a ragione, il nome di Feydeau). Si tratta di un meccanismo giocato sull'accumulazione, su quella che Giorgio Cremonini definisce "progressione dell'instabilità", dove ogni nuovo intervento del cretino (il personaggio disorganico, chiamato a portare il caos in un universo ordinato e armonioso) viene a risolversi inevitabilmente in una catastrofe che assume proporzioni via via crescenti e sempre più incontrollabili e devastanti, apocalittiche. I casi comici, prendendo l'avvio da una situazione tradizionale (l'irruzione incongrua dell'elemento imprevedibile in un contesto col quale non ha nessuna attinenza), si sviluppano attorno al classico motivo dell'equivoco. Questo potrà essere basato sull'espediente dello scambio di persona (François che scambia la moglie di Brochard per l'amichetta ninfomane, con le conseguenze che è facile immaginare) o sul gioco verbale (i nomi di alcuni personaggi che si aprono a più significati). Ma la dabbenaggine del protagonista, la sua dissociazione dall'ambiente entro cui si trova ad agire, si misura soprattutto nel rapporto ambiguo che egli instaura con gli oggetti. Il telefono in special modo diviene lo strumento privilegiato attraverso cui il personaggio può scatenare tutta la propria foga distruttiva.

Altra figura d'obbligo della tradizione del comico è quella dell'inversione dei ruoli. In questo caso, assistiamo al rovesciamento del rapporto oppressore/vittima. Brochard che, con ostentato cinismo, si era riproposto di offrire ai suoi amici alto-borghesi lo spettacolo di quel cretino coi fiocchi ("Che male c'è a sfottere un coglione? Sono fatti per questo!", dopo il colpo della strega che lo coglie mentre sta giocando a golf (simbolico disvelamento della sua impotenza a controllare gli accadimenti?), si trova all'improvviso, di fronte al suo ospite, in una situazione di inferiorità fisica. Forzato dalle circostanze a ricorrere all'aiuto di François, e illudendosi tuttavia di poterlo ancora manovrare a proprio piacimento, egli si lascia tentare, incautamente, a discoprire le pulsioni negative che il cretino sembra possedere in abbondanza. Scoprirà troppo tardi di aver messo in moto un ingranaggio perverso, congegnato secondo logiche distorte e lunari, dove, sconvolto ogni ordine consequenziale, c'è palese incongruenza e contraddizione tra il comportamento del personaggio e gli obiettivi che lo stesso si propone di conseguire, sicché i risultati degli sforzi non discendono affatto dalla volontà di chi li compie (per quanto costui sia animato dalle migliori intenzioni). Così quando François telefona all'ex-amante di Christine per cercare di sapere se la donna è con lui, egli si cala totalmente nella parte del produttore tedesco che si finge di essere, e si preoccupa soltanto di ottenere a condizioni favorevoli i diritti di un romanzo. Allo stesso modo, la richiesta di aiuto che, a nome di Brochard, egli rivolge all'amico Lucien, l'ispettore fiscale, trova un improvviso intoppo allorché quest'ultimo impone a lui, accanito tifoso dell'Auxerre, di inneggiare per un'altra squadra di calcio.

Brochard, che manifesta ormai un'evidente sudditanza psicologica nei confronti del suo ospite, giungerà infine ad accettarne la presenza pervasiva con una sorta di sconsolata, masochistica rassegnazione. Intanto il suo lussuoso appartamento - scenografia raffinata, ideata a rappresentare la presunta superiorità intellettuale e sociale del suo proprietario - privato dei suoi quadri d'autore e degli altri oggetti di pregio, si è trasformato in un luogo sinistrato: il correlativo oggettivo esatto del cumulo di rovine che è diventata l'esistenza del protagonista. L'altro, il cretino, il povero fesso privo affatto di intelligenza, ma pieno di candore e di buon cuore, lui, capace di portare lo sconquasso ovunque metta le mani, si è rivelato nondimeno un elemento sanamente destabilizzante, in grado di sommuovere le sicurezze granitiche e la presunzione cialtronesca dell'editore: "Ha fatto pulizia nella sua vita", potrà dire di lui verso la conclusione della commedia.

Sarà François, dunque, una volta lasciato libero di fare a modo suo, e senza più essere imbeccato da altri, sarà proprio lui a saper trovare le giuste parole da dire a Christine per convincerla a ritornare dal marito, che comunque ancora le vuole bene. E' il momento del trionfo (ingannevole) dei buoni sentimenti; la scena della ricomposizione (provvisoria) dei contrasti. In realtà, la piena conciliazione delle tensioni, il ritorno ad un ordine garantito dall'equilibrio e dalla stabilità, risultano ormai improponibili. Il conflitto non può avere soluzioni accomodanti, rassicuranti.

Il delizioso colpo di coda finale consentirà allora di sbeffeggiare il rituale conclusivo dell'happy end e di restare al di qua di ogni moralismo posticcio. Sarà sufficiente un nuovo gesto inconsulto del povero imbecille, basterà una sua parola di troppo, e l'armonia così faticosamente riconquistata tornerà ancora a lacerarsi, mentre il cretino potrà riaffermare, clamorosamente, le proprie ragioni, la propria inesausta, incontenibile e parossistica energia distruttiva.

   

DEBUTTO: 25 OTTOBRE 2012 - TEATRO DEHON - BOLOGNA

di Carlo Terron

regia di Mario Mattia Giorgetti
scene e costumi Tiziana Gagliardi
musiche Jaqueline Perrotin

interpreti: GUIDO FERRARINI - ALIDA PIERSANTI

Lo stesso titolo dell'opera solleva dubbi, domande. Per chi? Per il pubblico? Per gli stessi personaggi? Oppure arsenico per tutti? Carlo Terron ama creare scompiglio tra personaggi e pubblico. Ama risvegliare la responsabilità di ciascuno di noi verso i valori della vita, dell'amore, del sociale. Ama ricorrere a situazioni trasgressive, al limite del grottesco, per sviluppare il suo teatro critico, satirico, d'indagine, di approfondimento dei comportamenti (e delle contraddizioni) umani. Per far ciò Terron ricorre al nucleo principale su cui si fonda la famiglia, la società: la coppia da cui si dipartono gioie e dolori, amori e odi. Un lui e una lei a confronto: una lotta di vita e morte. È la situazione che s'incontra in questo testo "Stasera, Arsenico".
Una coppia, apparentemente felice, vive un "inferno" strindberghiano. Bice e Lorenzo, lei, donna concreta, dedita agli affari, ninfomane, - gestisce una impresa di pompe funebri -; lui, intellettuale, amante dei libri, delle introspezioni, approdato all'impotenza sessuale per i continui attacchi di lei, partecipa alla gestione dell'impresa; essi sono personaggi simbolo, riflettono una situazione-limite, ma abbastanza comune. Decidono, alle feste comandate, di dare spazio alla loro trasgressione immaginifica nella speranza di trovare degli stimoli erotici, di ritrovare la "voglia" di un tempo. In questo gioco, convenuto, emergono verità crudeli, desideri inconfessabili, spaccati di vita violentata, repressa, negata, a beneficio di squallide opportunità. I personaggi, consapevoli del rito che compiono verso un probabile sussulto d'amore, in realtà desiderano anche l'autodistruzione, la morte; desiderano uscire da questa prigione delle convenzioni, dalla loro solitudine nascosta dietro il gioco dell'apparenza. Bice e Lorenzo sono consapevoli delle rispettive personalità opposte, ma, nonostante ciò, non riescono a separarsi. Continuano a restare prigionieri della gabbia invisibile di un’educazione borghese.

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ALLEGATO A

Regolamento della Convenzione

 

 

SOGGETTO PROPONENTE E PROMOTORE

Teatro Dehon – Centro Culturale Teatroaperto

ragione sociale: Centro Culturale Teatroaperto

codice fiscale 03615280371

via Libia, 59 - 40138 Bologna

Tel. 051.342934 - Fax 051.307488 – E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – www.teatrodehon.it

REFERENTI OPERATIVI

Guido Ferrarini e Piero Ferrarini, Direttori Artistici del Teatro Dehon

E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - tel. 051.342934

Flavia Giampetruzzi, Direttore della Comunicazione del Teatro Dehon

e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - tel. 347-1487935

SOGGETTI DESTINATARI

La Convenzione si rivolge a tutti i residenti dei Comuni della Provincia di Bologna individuati tenendo conto della posizione geografica, del bacino d’utenza e dall'assenza o dell'insufficienza di un proprio spazio teatrale.

Hanno già sottoscritto la Convenzione i Comuni di: Baricella, Castel Guelfo, Castenaso, Galliera, Granarolo dell'Emilia, Malalbergo, Marzabotto, Sala Bolognese, San Giorgio di Piano, Vergato.

Altri Comuni del territorio possono aggiungersi in un secondo tempo.

Numero di residenti nei singoli Comuni coinvolti nel progetto:

(dati relativi al 14° Censimento Nazionale della popolazione)

Castenaso                                13.600

Granarolo dell'Emilia                8.700

Malalbergo                               7.200

Vergato                                     6.700

Sala Bolognese                        6.300

San Giorgio di Piano                 6.300

Marzabotto                              6.300

Baricella                                   5.600

Galliera                                     5.200

------------------------------------------------

totale                                       65.800                           

Come fatto rilevare dagli amministratori dei singoli Comuni coinvolti, inoltre, la popolazione residente in queste realtà è sensibilmente cresciuta nei 9 anni trascorsi dall'ultimo censimento. Questo elemento porta a considerare il bacino di utenza potenziale coinvolto nella Convenzione pari a circa 85.000 persone.

Considerando poi la possibilità che ulteriori Comuni si aggiungano in corso d'opera, possiamo ragionevolmente ritenere che l'iniziativa si rivolgerà a un pubblico di circa 100.000 cittadini, pari ai residenti di un capoluogo di provincia di medie dimensioni.

I suddetti Comuni sono stati individuati e scelti in quanto dotati di alcune caratteristiche che li rendono potenzialmente idonei ad accogliere il progetto.

Nello specifico:

-       detti Comuni si trovano in una posizione geografica favorevole per un comodo accesso al teatro Dehon con mezzi pubblici o propri, ovvero in un raggio di massimo 40 km da Bologna.

-       detti Comuni si collocano per gran parte in pianura, così da evitare che in occasione di nevicate o ingenti precipitazioni raggiungere Bologna divenga complicato o impossibile.

-       detti Comuni sono al momento privi di un proprio teatro stabile o di uno spazio teatrale fisso con un cartellone di rappresentazioni dotato di peridiocità.

DESTINATARI ISTITUZIONALI

-       Assessorato alla Cultura della Provincia di Bologna

-       Sindaci dei Comuni coinvolti nel progetto di convenzione

-       Assessori alla Cultura dei Comuni considerati.

-       Presidenti di Istituzioni per la Cultura dei Comuni considerati.

-       Centri Sociali e Centri anziani del territorio.

RAGIONI ALLA BASE DELLA CONVENZIONE

Il Teatro Dehon di Bologna è una realtà riconosciuta nel panorama culturale bolognese da molti decenni. Negli anni il Teatro Dehon ha saputo affermarsi come punto di incontro imprescindibile per appassionati e neofiti del teatro. Un vero e proprio centro culturale che ha permesso di avvicinare al palcoscenico famiglie, anziani, giovani e studenti, anche attraverso corsi di recitazione e regia e altre iniziative.

Il legame fra questo teatro, la città e il territorio si è rafforzato negli anni, soprattutto a partire dal 1986 quando la gestione del Teatro Dehon è passata alla Compagnia Teatroaperto, che se ne occupa tuttora. Il Teatro Dehon è sostenuto da Enti e Istituzioni nazionali, come il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e locali, come la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Bologna, il Comune di Bologna, l’Università di Bologna, la Fondazione della Cassa di Risparmio e la Fondazione del Monte.

L'idea di stabilire una convenzione fra il Teatro Dehon e i Comuni della Provincia di Bologna privi di un proprio teatro stabile o di uno spazio teatrale dotato di un cartellone delle rappresentazioni consolidato nasce da un ragionamento molto semplice. Negli ultimi anni, la città di Bologna ha perso alcune migliaia di residenti. Per converso, la Provincia ne ha guadagnati altrettanti.

Secondo quanto riportato nel documento redatto nel 2005 dall'Ufficio Statistica – Unità Speciale Studi per la programmazione della Provincia di Bologna e relativo al periodo 1993-2003:

(...) La recente storia demografica della provincia bolognese è stata contraddistinta dal dualismo che ha differenziato l’andamento del capoluogo dal resto della provincia: alla data del 31 dicembre 2003 la popolazione residente in provincia di Bologna ammontava a 935.107 residenti, segnando rispetto al 1993 un aumento percentuale pari al 3,1%. Nel corso dello stesso periodo, la città di Bologna registrava un calo del 5,4%.

Un dualismo demografico frutto anche di un fenomeno di "migrazione interna" al territorio della Provincia che ha portato molti residenti bolognesi a trasferirsi nei Comuni limitrofi, per trovarvi case a prezzi più accessibili o una migliore vivibilità. A questo spostamento dalla città alla provincia, ha fatto seguito una rinascita culturale del territorio bolognese che si è arricchito di eventi, sagre e manifestazioni. Meno significativa, nello stesso periodo, è stata la crescita dell'offerta teatrale, anche per la difficoltà di istituire e gestire nuovi teatri stabili nei Comuni del territorio bolognese sia per motivi economici che organizzativi.

Alla luce di tutti gli aspetti sopra considerati, il Teatro Dehon, in qualità di Teatro Stabile dell'Emilia Romagna, avverte l'esigenza di facilitare la fruizione dei propri spettacoli teatrali anche a quella fascia di pubblico residente nei Comuni della Provincia di Bologna, mirando a consolidare ancora di più questo rapporto in futuro.

FINALITÁ DELLA CONVENZIONE

L'iniziativa permetterà a ciascun Comune convenzionato di stabilire un rapporto preferenziale con il Teatro Dehon che diverrebbe così il suo “Teatro di riferimento” a Bologna. Una Convenzione che, inoltre, consentirà di stabilire un rapporto proficuo di collaborazione reciproca fra i Comuni interessati al progetto e una realtà primarie della vita culturale in Emilia Romagna quale il Teatro Dehon.

La Convenzione mira a raggiungere una serie di obiettivi:

-       Ampliare il ventaglio delle iniziative culturali a disposizione dei residenti nei Comuni considerati.

-       Avvicinare al mondo del teatro un pubblico più vasto.

-       Facilitare la fruzione degli spettacoli teatrali del teatro Dehon di Bologna.

-       Stabilire un rapporto di collaborazione reciproca fra Teatro Dehon – Centro Culturale Teatroaperto e i Comuni della Provincia di Bologna.

-       Promuovere iniziative e progetti comuni fra il Teatro Dehon – Centro Culturale Teatroaperto, gli Enti e le Associazioni culturali dell'hinterland bolognese.

RUOLO DEL CENTRO CULTURALE TEATROAPERTO

-       Offrire promozioni e riduzioni riservate ai residenti dei Comuni convenzionati

-       Facilitare e promuovere l'accesso al teatro per i residenti dei Comuni convenzionati (offrendo, ad esempio, parcheggio gratuito o garantendo il rimborso del biglietto autobus/treno in occasione degli spettacoli ai meno abbienti)

-       Dare la massima visibilità all'iniziativa sul proprio programma ufficiale e sito internet

-       Garantire il proprio supporto organizzativo e logistico per istituire ulteriori iniziative volte a promuovere la fruizione del Teatro Dehon presso i residenti dei Comuni convenzionati.

-       Distribuire materiale informativo del Teatro Dehon presso le sedi istituzionali dei Comuni convenzionati. (programmi, volantini, locandine, brochure per promuovere sul territorio bolognese gli spettacoli e le iniziative).

RUOLO DEI COMUNI CONVENZIONATI

-       Concedere il proprio patrocinio e l'utilizzo del logo al Teatro Dehon.

-       Promuovere la fruizione del teatro Dehon presso i propri residenti e facilitare la mobilità degli spettatori. (per esempio, attraverso l’istituzione e l’utilizzo di appositi “Pullman del Teatro”, auto cumulative o altre forme da inventare).

-       Pubblicare sul proprio sito istituzionale e su apposite bacheche degli appuntamenti le presentazioni degli spettacoli del Teatro Dehon.

-       Garantire un rapporto privilegiato con scuole, biblioteche, musei, circoli ricreativi, associazioni dopolavoristiche ed enti culturali del proprio territorio comunale.

-       Elaborare ulteriori iniziative per armonizzare e sviluppare i rapporti fra il Teatro Dehon e i comuni della Provincia di Bologna.

Riepilogo delle condizioni

1. RIDUZIONI SUGLI ABBONAMENTI

La Convenzione darà diritto solo ed esclusivamente a tutti i residenti nei Comuni convenzionati di usufruire di un

-       40% di sconto sugli abbonamenti

-       50% di sconto sui singoli biglietti

2. RIDUZIONI SUI BIGLIETTI

Tutti i residenti nei Comuni convenzionati, previa presentazione alla biglietteria di un documento di identità valido, potranno usufruire delle riduzioni loro riservate.

Per potere usufruire delle riduzioni offerte dalla Convenzione si consiglia di prenotare i biglietti telefonicamente allo 051.342934 così da evitare di non trovare posto in teatro. Non è previsto, infatti, un numero contingentato di posti a disposizione dei residenti nei Comuni convenzionati, in quanto la Direzione del teatro non può quantificare in anticipo un numero fisso e stabile di spettatori provenienti dalla Provincia.

Si precisa inoltre che, per ragioni tecniche, non sarà possibile applicare le riduzioni a chi prenoterà on line il proprio posto a teatro.

Gli sconti previsti per i residenti dei Comuni convenzionati saranno indicati su tutto il materiale pubblicitario.

Le riduzioni di cui sopra saranno applicate a tutta la programmazione ad eccezione delle date in cui il Teatro Dehon sarà affittato a soggetti terzi per manifestazioni e spettacoli non compresi nel programma ufficiale o in occasione di spettacoli che si terranno in date particolari (31 dicembre). Tali eccezioni saranno segnalate sul programma del Teatro Dehon.  

3. FACILITAZIONI PER L'UTILIZZO DEI TEATRI

Le compagnie teatrali, musicali e i soggetti culturali operanti nei Comuni convenzionati che lo richiederanno potranno usufruire degli spazi del Teatro Dehon a Bologna.

La sala potrà essere prenotata telefonicamente anche con minimo anticipo e, se disponibile nelle date indicate, utilizzata per prove e rappresentazioni teatrali. L'estensione massima di durata per l'utilizzo degli spazi per le prove è da intendersi nel giorno prima e nel giorno stesso della rappresentazione, salvo casi eccezionali.

La concessione degli spazi è da ritenersi gratuita. Per il recupero delle spese vive (pulizie, maschere, biglietteria, permessi SIAE, energia elettrica, tecnico di palcoscenico ed eventuali “service”), il Centro Culturale Teatroaperto, gestore del Teatro Dehon, richiede un rimborso spese pari al 50% degli incassi netti SIAE, con un minimo garantito a favore del teatro come da seguente tabella.

 

Teatro Dehon

Rimborso minimo

(con tecnico, esclusi service, attrezzatura)

€ 350,00

Rimborso minimo

(con tecnico, compresi service, attrezzatura)

€ 700,00

Risulta evidente l’estrema economicità della proposta: con la vendita da parte del soggetto richiedente rispettivamente di n. 35 o 70 biglietti a € 10,00 ogni spesa sarà coperta.

Attrezzature particolari e non in possesso del Teatro Dehon saranno a carico dei richiedenti.

4. CONSULENZA ARTISTICA

Il Centro Culturale Teatroaperto dà la propria disponibilità a fornire gratuitamente la propria consulenza artistica per la realizzazione di iniziative spattacolistiche e culturali che i singoli Comuni convenzionati volessero promuovere sul proprio territorio sia nella stagione estiva che in quella invernale.

Il Centro Culturale Teatroaperto è disponibile, su richiesta dei Comuni convenzionati, a portare i propri spettacoli e altre iniziative culturali nelle sedi e negli spazi esistenti presso i soggetti richiedenti.  

5. CLAUSOLE PARTICOLARI

I Comuni convenzionati che desiderano richiedere o proporre clausole particolari all'interno della Convenzione stessa, potranno farlo discutendone con i responsabili del Teatro Dehon.

6. CIRCOLAZIONE DELLE IDEE

Si invitano i Comuni a partecipare attivamente nella fase di integrazione e miglioramento dell'offerta messa a disposizione della Convenzione, relazionandosi fra loro e col direttore della comunicazione del Teatro Dehon.

Questo per fare in modo che, là dove esistano iniziative locali già consolidate volte a facilitare l'accesso al teatro per i residenti del territorio (per esempio il "pullman del Teatro" esistente a Baricella), tali servizi si possano eventualmente estendere anche a un pubblico più ampio.


Sito ufficiale del Teatro Dehon di Bologna

Centro Culturale Teatroaperto a R. L. – Teatro Dehon - Teatro Stabile dell’Emilia-Romagna
Biglietteria e uffici 051.342934 , Via Libia 59 - biglietteria@teatrodehon.it
Orari Uffici: Dal lunedì al venerdì | ore 9-13 e 15-18
Biglietteria: Dal martedì al sabato | ore 15-19