RICCARDO PERSO
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In occasione della Giornata mondiale dell'Alzheimer
Compagnia Ippogrifo
Diego Facciotti e Chiara MascalzoniRICCARDO PERSO
E se Riccardo III avesse l'Alzheimer?Scritto e diretto da Alberto RIzzi.
Luci e fonica Manuel Garzetta.
Organizzazione Barbara Baldo.
Con il patrocinio di ASSOCIAZIONE
ALZHEIMER ITALIA, Verona.
QUANDO:
Mercoledì 21 settembre 2022 | ore 21.00Per acquistare i biglietti online, clicca sul pulsante Vivaticket.
PREZZI € 20,00 Intero + € 2,00 di prevendita € 15,00 Ridotto (tutte le riduzioni) + € 1,00 di prevendita € 12,00 Prezzo speciale: comuni convenzionati, under18, CardCultura + € 1 prev. -
LO SPETTACOLO
L’azione si svolge in varie epoche temporali ed è ispirata alla vita di Riccardo III d’Inghilterra, con particolare adesione storica al personaggio reale e non al personaggio inventato da Shakespeare per il suo omonimo capolavoro. Ma i temi principali sono l’amore e la relazione vittima della malattia cognitiva degenerativa. Un viaggio emozionante e commovente attraverso la storia d’amore fra un uomo e una donna che attraversa il corso del tempo. Lui è Riccardo; lei è la moglie, l’amante, l’infermiera, la madre, la complice. Una coppia che si trova ad affrontare con paura e coraggio le fragilità della mente umana.NOTE DI REGIA
“Certamente il Bardo ha esasperato i tratti dell’ultimo re della casata di York, creando un cattivo per eccellenza e, forse, allontanandosi dalla verità storica. Io ho voluto prendere questo personaggio cattivo e spietato e dargli nuova vita, una immaginaria vita da vecchio e malato. Riccardo morì in battaglia a soli 33 anni. Nel mio testo invece è un vecchio costretto a destreggiarsi negli anfratti di una memoria labile e sottile, dove trova ricordi lieti e altri inquietanti, ma sempre s’imbatte nella sua Anna, l’amore di una vita, ora amica, ora alleata, ora madre. Perché questa malattia colpisce quasi più la famiglia che il malato e non si può raccontarla se non descrivendo anche i suoi effetti su chi accudisce. Per questo ho scelto un cattivo, perché fosse chiaro che il malato di Alzheimer è tolto a sé stesso
e non importa se da sano fosse gentile o crudele, buono o cattivo: ora egli è altrove e restano custodi del suo passato solo i congiunti.”Alberto Rizzi