Il 6 settembre alle ore 11.00 si terrà presso il Teatro Dehon la conferenza stampa di presentazione della stagione teatrale 2019-2020.
Piero Ferrarini, direttore artistico del Teatro Dehon, illustrerà gli spettacoli ospiti e le nuove produzioni della Compagnia TeatroAperto/Teatro Dehon.
Interverranno istituzioni e attori.
La cittadinanza è invitata a partecipare.

Verso un Teatro integrale

L'imminente stagione teatrale 2019 - 2020 segna di fatto, l'ingresso nel terzo decennio del nuovo secolo; forse mai, nel corso della storia millenaria dell'umanità, si era prodotta - in ambito culturale - una tale repentina, subitanea ridefinizione del gusto generale, né tantomeno un più profondo stravolgimento delle modalità di consumo. Agli effetti di lungo periodo della rivoluzione culturale originatasi dal crepuscolo degli anni '60 del Novecento, si sono sommati, acuendone la forza, gli esiti imprevisti (ed ancora oggi largamente imprevedibili) di un'autentica rivoluzione industriale globalizzata: elementi concorrenti, tecnici ed etico - morali, che hanno favorito la destrutturazione di ogni ambito dell'esistenza, sgretolando consuetudini consolidate, travolgendo sponde e confini, cancellando le forme "tradizionali" della sociabilità in funzione della ricerca di nuove sintonie, perlopiù derivanti dalla progressiva digitalizzazione di ogni ambito della vita.



Indipendentemente dal giudizio di merito o valore, relativo all'epoca presente, che ognuno può esprimere nel privato della propria interiorità, vale a dire entro l'unico spazio che (per ora) sfugge al controllo della tecnologia sempre più occhiuta ed invasiva, è necessario tributare al tempo presente il riconoscimento di almeno un merito: quello di aver - sia pure incidentalmente - rilanciato la richiesta di spettacolo dal vivo. Alla crescente virtualizzazione dei rapporti e delle dinamiche d'interazione, consegue specularmente la ricerca di modalità (in) mediate del rapporto con gli artisti. Le 220.000 presenze al concerto del Vasco "nazionale" presso il Modena Park suggellano simbolicamente il rilancio, autenticamente popolare, di una cultura della cultura che non può prescindere dalla riappropriazione di spazi fisici (geografici, territoriali e somatici), entro i quali possa essere esperita una fondamentale componente della fruizione: vale a dire la dimensione liturgica del collettivo quale supporto alla ricezione e moltiplicatore di valore.

Siamo convinti che la ri(at)tualizzazione del Teatro debba necessariamente prevedere una revisione delle procedure e delle meccaniche dell'offerta, che dovrà essere attuale nelle modalità, ma al tempo stesso rispettosa dei differenti background socio-culturali ai quali è rivolta. Gli innumerevoli paraphernalia che la tecnologia mette oggi a disposizione di quanti operano attivamente nella produzione e nella promozione culturale - dagli strumenti informativi sino ai dispositivi scenici - trovano una vera efficacia solo se innestati nel substrato vivo del pubblico "autentico"; insomma, se costituiscono il richiamo verso un prodotto che desti interesse. Se ciò non avviene, se la curiosità del pubblico non è risvegliata, il cortocircuito dell'autoreferenzialità ed uno sterile solipsismo fanno inevitabilmente capolino, inceppando il motore creativo ed ostacolando a monte le dinamiche di fruizione, come spesso accadeva di vedere nei decenni scorsi.

Traslando queste nostre convinzioni sul piano operativo, restiamo fedeli alla logica delineatasi nel corso di quasi quarant'anni di attività, proponendo come di consueto un teatro di altissima qualità, ma al tempo stesso popolare (che consenta cioè di raggiungere il maggior numero possibile di spettatori) e tangenziale (vale a dire che possa intersecare gli ambiti sociali più distanti). Insomma, un teatro che vorremmo ed auspichiamo sempre più integrale: aperto al nuovo, poiché ben saldo nelle sue radici.

E a conferma della pervicacia di un impegno che ci piace percepire come autentica missione, e del senso di responsabilità nei confronti di Bologna, del territorio e dei suoi abitanti, abbiamo quest'anno deciso di puntare ancora più in alto, investendo sulla cellula base, sulla fondamentale particella sociale rappresentata dalla famiglia. A partire da questa stagione 2019 - 2020, infatti, ci impegnamo a garantire l'accesso gratuito ai ragazzi sino ai 12 anni di età per ogni gruppo familiare di quattro o più persone. Un piccolo gesto, forse, ma che speriamo possa contribuire a mantenere vivo e presente l'amore per il Teatro nelle giovani generazioni.


Sito ufficiale del Teatro Dehon di Bologna

Centro Culturale Teatroaperto a R. L. – Teatro Dehon - Teatro Stabile dell’Emilia-Romagna
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Orari Uffici: Dal lunedì al venerdì | ore 9-13 e 15-18
Biglietteria: Dal martedì al sabato | ore 15-19