Kapsalon Theatre: una risata vi seppellirà

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Attori costretti a recitare nei saloni di parrucchiere. No, non è una trovata da teatro dell’Assurdo; accade nei Paesi Bassi, sottoposti dal 19 dicembre ad un rigido quanto stravagante lockdown, dove è possibile entrare in un negozio di liquori, farsi tagliare i capelli e magari fumare uno spinello di marijuana sotto l’occhio tollerante delle autorità. Ma dove è impossibile assistere ad uno spettacolo teatrale, recarsi ad una mostra o visitare un museo.

E allora che si fa? Semplice: tutti dal parrucchiere per assistere alle rappresentazioni! Ecco la geniale quanto formidabile protesta ideata dai colleghi olandesi, ai quali - oltre alla inevitabile solidarietà - va tutta la nostra ammirazione per l’insolita trovata. A partire da oggi, infatti, sarà possibile godersi una pièce brillante o una mostra fotografica all’interno di quegli spazi che offrono servizi pure non essenziali (com’è lo stesso governo locale a riconoscere) ma che, a differenza degli spazi culturali, possono rialzare i battenti.

Per ammissione del Ministro della Salute Ernst Kuipers, “alcune regole sono sempre più difficili da spiegare”; ma, dando per scontato che tali norme siano statuite dal governo del quale il medesimo fa parte, che non si tratti insomma di dogmi o prescrizioni rituali ma di provvedimenti legislativi, una simile affermazione appare piuttosto contraddittoria. 

Viene da chiedersi come possa l’Olanda, paese tradizionalmente attento ai bisogni ed alla formazione del cittadino, reputare “non essenziale” l’attività teatrale… Ma nell’Europa funestata dal Covid – e sottoposta a norme che paiono assumere sovente il carattere di autentico terrorismo psicologico, più che non quello di normale profilassi sanitarie - evidentemente può succedere anche questo.

Un testo anonimo del Cinquecento, Mariken van Nieumeghen, fondamentale nella letteratura neerlandese e magistralmente trasposto in un film – purtroppo pressoché sconosciuto in Italia - del 1974 dal regista Jos Stelling, narra le vicissitudini picaresche di una ragazza che per desiderio di conoscenza si unisce ad una compagnia teatrale itinerante, esibendosi nei mercati e nelle piazze sotto l’occhio arcigno del potere, secolare o religioso che sia.

Chissà… Forse l’avvento di un’epidemia (accadimento medievaleggiante per antonomasia!) proprio al principio del terzo millennio, va riportando in auge un arcaico atteggiamento di sospetto nei riguardi dello spettacolo e del Teatro. Un serpeggiare oscurantista alimentato da fanatici e flagellanti che riappaiono in versione 2.0, pronti a chiudere, negare, reprimere quella vita culturale ed associativa di cui oggi si avverte invece l’insopprimibile bisogno.

Un brutto segnale generalizzato, insomma. Da una nazione qual è quella olandese sarebbe stato lecito attendersi ben altro atteggiamento istituzionale nei riguardi della Cultura. Ma per fortuna, come spesso è avvenuto nel corso della Storia, all’insipienza dei governi sopperisce la fantasia dei comici. E così… tutti dal parrucchiere per assistere al monologo di Amleto!

Almeno per una volta trucco e parrucco non saranno un problema.

Piero Ferrarini


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